Patrizia Scilla nasce come attrice. Il suo amore per il teatro e la sua voglia di interpretare mille ruoli per “essere” qualcuno di diverso da se stessa, l’hanno sempre entusiasmata ed incuriosita tanto che ad oggi, che è anche una bravissima fotografa, ha voluto focalizzare la sua attenzione sugli scatti che riguardasse questo affascinante aspetto in una mostra a Roma.
Noi di Together abbiamo deciso di intervistarla per sapere di più su di lei e la sua meravigliosa opera di fotografia e teatro, “Al Confine”.
RACCONTACI QUALCOSA DI TE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER LE TUE OPERE, QUALE È STATO IL TUO PERCORSO ARTISTICO E COME COLTIVI LA TUA PASSIONE PER L’ARTE?
La mia passione per il teatro nasce da bambina, ed è cresciuta sempre di più fino a farla diventare un lavoro. Iniziai la professione a 18 anni, acerba e timida mi facevo spazio tra i professionisti e con tanto studio e fatica cercavo di apprendere ed imparare da loro.
Nasce così il mio interesse e amore per il teatro, per la magia di interpretare mille ruoli, entrare ed uscire dal personaggio. Essere uomo ed essere attore. Incuriosita da queste due entità che si confondono, si mescolano, a volte si amano e convivono, a volte si odiano e si separano, stanno per un po’ lontani e poi sentono il bisogno l’uno dell’altro.
Durante il mio percorso da attrice subentra la fotografia, l’interesse per i ritratti, per le espressioni e per le emozioni che suscitano. Da infiltrata ad un matrimonio, dove scatto per gioco con una “compatta” mi trovo con reflex e attrezzatura professionale a lavorare sia per studi fotografici che da autodidatta.
COME PENSI DI ISPIRARE CON LE TUE OPERE E LA TUA STORIA? QUAL È IL TUO SOGNO E LA TUA PIU’ GRANDE AMBIZIONE?
Dato che il teatro è sempre dentro di me, mi viene l’idea di fotografare soggetti, raccontare la loro storia, seguire la strada del reportage e del ritratto fotografico.
Nasce così l’idea di unire le due passioni e rappresentare fotograficamente e teatralmente il confine tra realtà e finzione, uomo e artista. Scelgo così come soggetti delle mie foto, un ragazzo che per passione fa la Drag Queen e un attore, con l’intento di raccontare la loro storia, di emozionare e avvicinare la gente all’arte ma in particolar modo a questi due mondi, realizzando così la mostra fotografica con le performance dei soggetti stessi.
Il mio sogno è quello di continuare a sognare, di continuare la ricerca di me stessa attraverso il teatro e la fotografia, di respirare arte e comunicarla. Se potessi viaggiare spesso aggiungerei al mio bagaglio personale molte più esperienze.
COM’È STATA LA TUA ESPERIENZA A TOGETHER, COME VORRESTI SFRUTTARE GLI SPAZI DELLE CASE?
Together è esattamente il punto d’ incontro che volevo creare tra me, gli artisti e gli spettatori. È un ambiente intimo, confortevole, la location perfetta per l’inaugurazione della mia mostra. Ha permesso all’attore di spaziare tra i vari ambienti, dalla cucina, passando per il corridoio al salotto, coinvolgendo il pubblico e rendendolo partecipe.
La Drag tra la gente, una figata!! Ha scherzato ha giocato, accorciando le distanze e le barriere, permettendo al pubblico di conoscere questa forma d’arte e rendendo più calda e confidenziale l’atmosfera.
COM’È STATA LA TUA ESPERIENZA A TOGETHER, COME VORRESTI SFRUTTARE GLI SPAZI DELLE CASE?
Together mansion è perfetto! Forse con un tantino di illuminazione in più sia per le foto che per gli artisti sarebbe stato il top, ma accontentiamoci, è figo! Punto. Ideale anche per corsi di vario genere, sfrutterei anche le camere, per fare qualcosa di insolito, ovviamente quando sono libere.
Il Together garden, ottima location estiva, è adatta a tutte le performance, danza, teatro e musica.
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