Giorni di NeuroArt

neuroart

Il nuovo anno è iniziato con il migliore dei propositi a Together. La casa di tutti si è “scoperta” un po’ di più, mostrando al pubblico le sue camere da letto, per mettere in scena un’esperienza del tutto nuova, ma sempre con lo stesso spirito collaborativo, sempre con le stesse idee motrici, sempre con lo stesso entusiasmo. NeuroArt è sbarcata a Together. Sarebbe banale definirla una commistione di arte e scienza, un’esposizione di argomenti scientifici su modello museale. NeuroArt offre, in realtà, un’esperienza completa, dove si viene coinvolti attraverso i sensi, le percezioni, i ricordi.

neuroart

Un progetto innovativo ed esperenziale quello di Manuela Enna e Martin Romeo, curatore artistico della mostra, che hanno scelto Together e la sua Mansion nel cuore di Trastevere come palcoscenico interattivo.

neuroart

L’ingresso, la living room, le camere da letto e l’ampio corridoio sono gli ambienti fisici delle esposizioni. In pieno spirito di Together i visitatori, di ogni fascia d’età, non sono spinti ad ascoltare passivamente, ma sono portati a partecipare attivamente a interagire con le opere e con l’ambiente circostante. Molto spesso restando più tempo rispetto alle tempistiche della visita guidata, rimanendo ad ascoltare, a chiarire alcuni punti e a godere della magica atmosfera della casa che rende tutto più familiare.

neuroart

Si rompe il ghiaccio con la prima opera. I propri pensieri vengono messi a nudo con un apposito strumento, che posto sulla nostra testa, capta il nostro stato meditativo, il nostro concentrarci su ragionamenti semplici o più dettagliati e scopre anche i nostri  stati d’ansia più reconditi. Come? Il tutto viene proiettato su un’immagine, un paesaggio moderno che a seconda dei nostri pensieri è soggetto a diverse condizioni atmosferiche : luce, nuvole, neve e addirittura fulmini. La tecnologia funge da tramite per mostrare le nostre emozioni.

Le guide, che hanno accettato l’invito di Together e partecipato volontariamente al progetto, Vania Sparro e Giulia Fassone, si sono subito calate nel mondo della Neuroart, accogliendo i visitatori, presentando le opere e analizzando gli aspetti cognitivi della nostra mente.

neuroart
Giulia e Vania

Nella prima stanza da letto si parla di sostanze che possono alterare la percezione, sia nel caso del mondo animale che in quello umano. L’opera esposta sembra semplice a primo sguardo, vi sono delle provette illuminate dalla luce di un proiettore. Ma osservando meglio e più a lungo vediamo l’immagine di una donna che sembra muoversi all’interno, accenna dei movimenti lenti e sinuosi ed è riportata in scala, come una miniatura intrappolata dentro quel piccolo oggetto di vetro.

neuroart

Nella stanza successiva l’opera di Martin Romeo vuole entrare nel nostro inconscio. Una parete davanti ai propri occhi, il buio attorno e una lampada al led con cui sbirciare attraverso i propri ricordi. basta muovere questa imitando il semplice gesto di pulire la parete e si rendono più chiare le nostre memorie : il volto di una donna, un braccio, uno sguardo..Ma l’immagine è sfocata, confusa, proprio per darci l’idea di quanto sia difficile a volte riportare a galla immagini del passato e del nostro subconscio.

Nell’ultima camera da letto, il gruppo Aurora Meccanica vuole spiegare il paranormale, o meglio, concedere alla nostra mente “la libertà” di credere al paranormale e slegarci dalle gabbie della nostra razionalità. Infatti, al centro della stanza, vi è una gabbia che, appesa al soffitto, può essere liberamente scossa dai visitatori, l’immagine proiettata nella parete di fronte ci darà l’illusione che da quelle rigide sbarre escano degli uccellini. Come loro si danno alla libertà, anche la nostra fantasia e la nostra emotività può trovare libero sfogo.

neuroart

A chiusura il collettivo Gastrovisione, che parteciperà all’Expo 2015, ha proposto il “cibo per la mente” tentando di ingannare il visitatore: le forme utilizzate non corrispondono al gusto dei prodotti alimentari scelti.

Together, grazie all’aiuto della Fondazione Atena Onlus (fondazione presieduta dal prof. Giulio Maira che opera attivamente nel campo delle neuroscienze) e dello studio di architettura “C&C” di Venezia che hanno sostenuto la mostra, è riuscito a trasformarsi nel luogo ideale per ospitare un’esperienza cognitiva, sensoriale e percettiva come quella di NeuroArt che quasi cinquecento persone hanno accolto entusiasticamente.

neuroart

D’altronde Together è un cross inspirational place, nel quale possiamo trovare sempre diverse iniziative e progetti, ma è pur sempre un posto in cui si respira la stessa atmosfera e si vivono le stesse emozioni, che associamo ad una sola parola. Casa.

Comments

comments