Valerio Paolucci e Matteo Carchella sono i fondatori di Karma Factory, un laboratorio di serigrafia, un coworking di artisti e illustratori, un centro culturale a Trastevere, a pochi passi da Together.
Sono loro che, con le loro opere, hanno arricchito, rallegrato e colorato i corridoi del Mansion di viale Glorioso, in occasione del secondo compleanno di Together.
Abbiamo colto l’occasione per fare qualche domandina a Valerio Paolucci. Ecco cosa ci ha raccontato della sua passione artistica.
RACCONTACI QUALCOSA DI TE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER LE TUE OPERE, QUALE È STATO IL TUO PERCORSO ARTISTICO E COME COLTIVI LA TUA PASSIONE PER L’ARTE?
Disegno da sempre, il ricordo più vecchio che ho è di me davanti ad un foglio di carta. Ricordo che da piccolo non uscivo con gli amici in bici per vedere mio padre dipingere, in un meditativo silenzio, e ho cercato di coltivare quel silenzio nei miei disegni…tutt’ora non so andare in bicicletta.
Mi sono avvicinato al mondo della street art più o meno a 10 anni, quando ancora non si chiamava street art, quando era vandalismo, e non mi riferisco a scritte sui muri, ma veri e propri dipinti, realistici o fumettistici. Mi colpiva perché nonostante la gente non volesse quei disegni per le strade, c’erano persone che continuavano a disegnare sui muri proprio per loro, oltre che per se stessi. Una motivazione che forse oggi si è persa. Sarà stato un modo per imporre la propria presenza all’interno di una società che non accetta tutti ma, ad ogni modo, direi che alla fine l’arte ha vinto!
Sono entrato in contatto con alcuni dei massimi esponenti di arte urbana del sud e di tutta l’Italia, tra cui il duo Caktus & Maria e Skard…che sono stati fondamentali per la mia formazione artistica e umana. Ho iniziato a vedere questo mondo come lavoro dopo aver frequentato OfficinaB5, scuola di illustrazione. Sento di dover nominare Fabio Magnasciutti, Gianluca Maruotti, Lorenzo Terranera, per essere diventati miei mentori all’interno della scuola.
Finiti gli studi, con uno dei miei compagni di formazione, Matteo Carchella, abbiamo fondato la Karma Factory, che oltre ad essere un laboratorio di serigrafia, vuole essere un luogo, un punto di riferimento, per persone che vogliono vivere in quel mondo. Il laboratorio si trova in una cantina di Trastevere, ed è proprio questo quartiere che mi ispira particolarmente. In genere, dopo che finisco il mio “lavoro”, esco e vado per le varie viuzze che ci sono, dove non arriva il turismo. Può capitare che mi ritrovi a bere birra e vino con gente che non ho mai visto prima, con poeti, attori, artisti di strada, fumettisti e cantastorie…prostitute e transessuali che hanno staccato da “lavoro”, e in queste ambientazioni underground, tra un bicchiere e l’altro, ascolto le loro storie. Ultimamente disegno scene da bar o di strada, posso confermare che i transessuali sono davvero simpatici come nei film!
COME PENSI DI ISPIRARE CON LE TUE OPERE E LA TUA STORIA? QUAL È IL TUO SOGNO E LA TUA PIU’ GRANDE AMBIZIONE?
Non ho la presunzione di ispirare qualcuno con i miei disegni, o meglio, non è questo il mio fine. Il mio più grande sogno è quello di poter vedere i miei disegni pubblicati, affiancati ad una storia scritta da me, perché vorrebbe dire poter condividere con altri quello che piace a me, la mia passione e sapere che piace anche ad altri.
COM’È STATA LA TUA ESPERIENZA A TOGETHER, COME VORRESTI SFRUTTARE GLI SPAZI DELLE CASE?
La mia esperienza a Together è stata breve ma intensa, per il momento. Mi piace perché i ragazzi di Together cercano di dare un’alternativa diversa a quello che ci viene proposto, un po’ come il discorso che facevo prima sulla street art.
Together cerca di farsi spazio da solo con l’aiuto di gente che partecipa e crede nello stesso progetto e nella realizzazione e concretizzazione di idee, un esempio pratico, oltre a i vari corsi che ci sono, è quello del Together Theatre: ragazzi che si uniscono e coesistono per uno stesso nobile fine. Ringrazio Matteo Santilli, il fondatore del progetto teatrale, per aver dato vita a questa realtà.
Spero di poter creare un discorso del genere all’interno della casa in ambito artistico-pittorico, magari con un appuntamento fisso. Per dare spazio a tutti di realizzare i propri progetti.