Urbis Ars. Immortalando l’impermanente

Urbis Ars per “Arte della Città” – pur non prescindendo dall’Urbe per eccellenza (Roma) – è un progetto culturale ad ampio raggio che si propone di maturare l’approccio alla Street Art grazie ad una raccolta personale di scatti. La volontà sottesa di costruire da zero una Wunderkammer fotografica di memorie collettive fa protagonista un’arte che per la sua conformazione, origine e natura è destinata a non rimanere, a legare la sua bellezza all’impermanenza, forse per questo sbeffeggiata dai sostenitori delle arti maggiori che vedono nell’opera d’arte qualcosa di etereo ed inviolabile. La Street Art, nata come spinta giovanile e di protesta, ha le mani sporche e non le nasconde: indissolubilmente legata al contesto in cui si insedia, si trasforma e segue l’andamento cittadino che ne detta la fortuna e le sfumature, finendo persino a contraddirsi e riformularsi sulle pareti di gallerie d’arte contemporanea.

Dietro Urbis Ars la personalità di Livia Fabiani, studentessa romana di Architettura (ex Mattatoio), che sin dall’età dei 18 anni si accosta al mondo dell’arte di strada, muovendosi nel panorama romano di writers e street artists ma con un obbiettivo che cerca di allargarsi alle manifestazioni di livello europeo per avere un orizzonte il più possibile macroscopico e sensazionale. Livia Fabiani non pecca mai di superbia, per chi la conosce, anzi cattura con gli occhi e la camera ciò che la colpisce, non seguendo mode né fidandosi di altri, se non del proprio istinto. Con un savoir faire tutto suo, segue gli artisti nei loro progetti con interesse sincero e con la passione di chi non vuole smettere di meravigliarsi. Le sue fotografie sono limpide, non viziate dagli espedienti dell’esperto manipolatore, da stratagemmi visivi o grafici da photoshopper, al contrario colgono la realtà urbana nelle apparizioni baluginanti, immersa nel pungente odore di bombolette-spray.

Uno sguardo amatoriale, squisitamente naive, che non si compiace delle belle linee o della resa soda di una natura morta, anzi si sofferma sul milieu, la cornice o meglio l’ambiente in cui lo street artist va ad intervenire. I virtuosismi rimangono ancorati alla brillantezza dei colori e delle forme dei murales che spiccano animando il paesaggio urbano. Uno sguardo camaleontico compartecipe e stupito: mai ripetitivo, non affezionato agli stessi luoghi ma in continuo subbuglio.

Diamond, Solo, STEN † LEX, Stik, Alice Pasquini, Tellas, JimmyC, Omino71, Obey, Lucamaleonte, C215, INTI, Giulio Vesprini, Herbert Baglione, Dulk, Etam Cru, Blu, Gojo: sono solo alcuni degli artisti protagonisti degli scatti di Urbis Ars.

Livia Fabiani si è anche cimentata nella curatela: nel 2013 “Conosci te stesso” dell’artista Solo, al Liceo Classico Socrate di Roma; nel 2014 “Le Metamorfosi” di Diamond, tre murales alla Stazione Metro San Paolo di Roma. Le sue foto sono state esposte in alcune manifestazioni artistiche come “Urban Area” e “Villa Ada incontra il Mondo”.

Dopo il periodo dell’erasmus a Lisbona, grazie al quale ha avuto la possibilità di respirare la frizzante ed accogliente città portoghese insieme alle iniziative del GAU (Galeria de Arte Urbana) come Rix Portals che vede la collaborazione di un artista locale RAM con il californiano Mars-1 e LX Festival de Arte Urbana con la partecipazione di Borondo e di Telmo Miel, Livia Fabiani condivide alcune delle sue fotografie in occasione di questa mostra.

Presentiamo una selezione di lavori, cronologicamente diversificati, tra i quali possiamo apprezzare le coloratissime fotografie dei bambini residenti al Maam, il Museo dell’Altro e dell’Altrove.

A wall has always been the best place to publish your work – Banksy.

Comments

comments