Il primo Inspiration day. Storie, racconti e sorrisi

Inspiration Day

C’è un posto speciale nel cuore di Roma. Una casa un po’ particolare, dove succedono cose, prendono vita idee, nascono sempre nuove iniziative.

Inspiration Day

Il sole è caldo ed avvolgente, è un caloroso abbraccio di maggio che invita tutti ad uscire e a scoprire nuove realtà.

Open House ha aperto le porte di palazzi storici, di monumenti pubblici, di studi privati, ma anche di abitazioni. E fra queste c’è la casa di tutti. I visitatori tra il 9 e il 10 maggio sono arrivati curiosi davanti al palazzo di Viale Glorioso, un po’ stanchi e accaldati, hanno salito i gradini fino al primo piano davanti ad un grande portone aperto a tutti. Chi stranito, chi sorpreso, chi affascinato…nessuno è rimasto deluso delle aspettative, tutti hanno ascoltato il progetto di Together con grande interesse, guardando le opere di Home Design all’interno, osservando attentamente le opere esposte di Gabriele Mannarino, di Alice, di Vittorio Campana, il murales di Boban Pesov e tutti i piccoli lavori artistici lasciati da chi anche solo per una volta è passato da queste mura.

Ma questo non è tutto, per rendere unico l’evento e far conoscere nella maniera più adeguata quello che ogni giorno, anche con piccoli passi e contributi di ognuno, succede a Together, è stato indetto l’Inspiration Day.

Un giorno per ascoltare, per capire le storie altrui, per ritrovarsi in alcune parole, per estirpare il coraggio dall’esperienza di qualcun altro, per ricordare che le difficoltà ci sono, ma ci sono anche i mezzi per superarle. La living room della Mansion si trasforma per accogliere tutti gli ospiti e gli storyteller, senza però venir meno alla sua natura di casa. I protagonisti dell’Inspiration Day sono posti a parlare davanti al divano in pelle nera, ripresi in live streaming e da altre due fotocamere poste alle estremità dalla stanza. Attorno, la living room è gremita di persone. Anche alcuni visitatori di Open House, incuriositi dal progetto e dall’evento, rimangono ad ascoltare.

Il campanello suona di continuo, le persone si distribuiscono tra gli spazi della casa, i primi storytellers arrivano, anche se c’è un po’ di confusione tutto finisce per fluire in maniera naturale, seguendo il proprio percorso.

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Oliver Page, fondatore di Scooterino, racconta la sua storia.

Il primo personaggio a parlare e a raccontare la sua storia è Oliver Page. Un ragazzo con tante idee, con una mente sempre in movimento, con tante esperienze sulle spalle nonostante la giovane età. Oliver è un ragazzo italoamericano, un ragazzo che ha creduto sempre in tutto ciò che è riuscito a realizzare, diventando poi, a tutti gli effetti, un imprenditore. E’ anche una persona che ha viaggiato molto, visto tante realtà, ma dopo 10 anni vissuti a Roma è pronto a dire che “questa città è speciale, ci credo veramente che sia unica al mondo”. Ciò che non permette all’Urbe di diventare un vero e proprio “paradiso” è la difficoltà di mobilità al suo interno. Accorgendosi di questo “gap” crea scooterino.it, un app che permette a chi vuole offrire un passaggio in scooter e chi ne ha bisogno di mettersi in contatto per condividere l’esperienza. Oliver conclude la sua storia con questo pensiero: “una cosa se fatta bene può cambiare il mondo, basandomi su problemi personali che ho vissuto, ho cercato una soluzione, infatti, ho pensato che se nessun altro lo fa, me ne occupo io!”.

L’intervento termina con uno scroscio di applausi, anche se si è molto giovani, la voglia di fare e di trovare soluzioni viene ripagata. Dopo Oliver, si avvicina al “pulpito” della living room Julieta Guerrero, con un gran sorriso e tanta emozione da regalarci con la sua chitarra e la sua voce. E’ un architetto e street performer argentina, innamorata dell’Italia e della città eterna. Con le sue note accompagna il piccolo aperitivo offerto a tutti i partecipanti. Le sue canzoni sono dolci e forti al tempo stesso, c’è il miele della sua voce, ma anche l’amaro dei suoi testi. “ Il cuore spezzato può servire a molte cose, è molto utile per scrivere canzoni..” racconta parlando un po’ di sé.

Il campanello trilla senza sosta, arriva persino un gruppo di 30 persone a visitare la casa di tutti. Ma l’Inspiration day non si ferma, si procede con il secondo storyteller.

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Julieta Guerrero – Artista argentina ha intrattenuto i presenti tra un talk e l’altro.

Antonio Romano, è un architetto e designer, fondatore di Inarea, creatore delle più importanti brand identity nazionali, quali Enel, Acea, CGIL, La Sapienza e molte altre. Antonio Romano è una forte presenza all’interno della living room, aleggia una sorta di magia nella stanza, la sua personalità carismatica conquista tutti. Sa dosare l’ilarità e la serietà nel suo racconto con un maturo equilibrio che non ammette scivoloni.

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Suo padre lo voleva “secondo imprenditore di famiglia”, ma lui sognava di diventare un architetto designer. Siamo negli anni ’70, “erano anni tristi..”, davanti alla scelta di una produttiva Milano e di una Roma “dove l’anonimato viene premiato”, sceglie la seconda. A Roma “puoi fare quello che vuoi, nessuno ti chiederà perché lo stai facendo”. Studia architettura, il padre continua a credere che il suo sia semplicemente un vezzo, e intanto, lavora in una tipografia occupandosi di impaginazione tramite il metodo della foto-composizione. Sono anni di notti insonni e sigarette.

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Ernesto introduce Antonio Romano

Nel 1980 a Corso Trieste nasce lo Studio Romano, fondato con poco, un capitale di 100.000 lire insieme ad un socio. Lo studio cresce tanto da cambiare nome in Area ( poi successivamente diventerà Inarea) e per comunicare questo mutamento si pensa all’idea di un calendario da regalare ai propri clienti. Da questa idea, che doveva rispondere un problema funzionale, nasce un progetto che dai primi anni ’90 è tutt’ora realizzato ed ogni anno si concentra su una tematica diversa. Dietro un solo scatto c’è un lavoro immenso, di disegno, progettazione, realizzazione, bilancio dei colori, costruzione della forma che solo andando ad analizzare al dettaglio ogni singola immagine riusciamo a percepire.

Il racconto di Antonio Romano si chiude con sorrisi e fragorosi applausi. D’altronde come lui stesso sosteneva : “quando si parla di sé a destra c’è l’auto celebrazione e a sinistra il curriculum asettico”. Lui ha scelto di raccontarsi attraverso le immagini delle sue creazioni.

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Dopo una pausa segnata da un secondo aperitivo e dalla distribuzione del flusso di persone sempre più numerose all’interno della casa, arriva il terzo storyteller.

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Alida Mazzaro racconta la sua storia.

Alida Mazzaro è naturopata, floriterapeuta e anche una scrittrice. Il suo percorso la porta a capire quanto poco si parli di “LEI”, di sessualità, di problemi femminili. Il suo libro è la risposta a questa mancanza. “IO E LEI. Manuale di manutenzione olistica per una va.gina consapevole”. Alida era una bambina che voleva giocare con i maschietti, con spade e macchinine, ma era costretta in quanto donna a fare i lavori di casa. Il suo animo ribelle la porta, raggiunta la maturità, a viaggiare, a cambiare lavoro, a cambiare uomini, a cambiare e scoprire sempre di più se stessa. Il viaggio della consapevolezza e della condizione adulta, non la spaventa. Invece di lasciarsi andare o giocare con punture e chirurgia estetica, lei decide di condividere le sue esperienze e le sue conoscenze attraverso la scrittura. Lo fa occupandosi di un argomento delicato, da sempre considerato un tabù, come se LEI (e per lei, sappiamo ora di riferirci all’organo genitale femminile) non esistesse. Comincia a presiedere incontri di donne parlando di va.gina e rendendosi conto di quanto oscurantismo, vergogna, imbarazzo e ritrosia c’è nel parlarne.  La cura, la prevenzione, la conoscenza, la sessualità, la consapevolezza di essere donna sono argomenti che vorrebbe portare avanti anche fra i ragazzi più giovani e perché no? anche tra gli anziani. “Nessuno lo fa e io, arrivata a 62 anni, ho parecchia esperienza e sfrontatezza (l’espressione era più colorita!) per parlarne..”.

Personalità diverse, curriculum diversi, età altrettanto differenti. Ma ognuno di loro si è trovato davanti ad un vuoto, una mancanza, uno spazio bianco. Non sono rimasti inermi a guardare, ma hanno sfruttato le loro potenzialità per riempire quel gap. Chi con l’entusiasmo della giovinezza e della cultura digitale come Oliver Page, chi con la forza del proprio carisma e delle proprie competenze come Antonio Romano e chi, con la sua empatia e la sua emotività è riuscita a cogliere l’importanza di raggiungere una femminilità consapevole a tutto tondo, come Alida Mazzaro.

Le idee hanno forza centrifuga, dilagano dal centro verso gli estremi per coinvolgere ogni strato, per diventare più forti, per crescere e farsi più complete grazie alla partecipazione di ognuno.

Together non poteva che spiegare la sua essenza attraverso questo giorno speciale, attraverso il sorriso e gli occhi curiosi di visitatori che non hanno mai sentito parlare di coliving o cohousing ma hanno così conosciuto queste realtà, attraverso le storie di personalità ispiratrici e poliedriche, attraverso chi non rimane a guardare gli spazi bianchi ma li colora con estro, consapevolezza e ironia.

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L’intera giornata dell’Inspiration Day ricorda un po’ la consapevolezza raggiunta dal “Barone rampante” di Calvino, il protagonista Cosimo “…capì questo: che le associazioni rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’è onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone (mentre vivendo per proprio conto capita più spesso il contrario, di vedere l’altra faccia della gente, quella per cui bisogna tener sempre la mano alla guardia della spada).”

Together, non poteva trovare pulpito più consono che l’intero Inspiration Day, per raccontare se stessa.

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